Trent’anni di latitanza conclusasi oggi con il suo arresto: Messina Denaro. è stato catturato dai carabinieri del Ros in una clinica privata di Palermo dove si era recato per effettuare alcune terapie per un tumore di cui soffre da anni e per cui era stato sottoposto a diversi interventi nel corso degli ultimi anni. Messina Denaro, indicato dall’Europol nel 2016 tra i latitanti più pericolosi d’Europa, dopo l’arresto di Totò Riina e Bernardo Provenzano, era ritenuto capo di Cosa Nostra, ultimo grande latitante di mafia.
Figlio del capomafia di Castelvetrano Francesco Messina Denaro e alleato dei corleonesi già dalla guerra di mafia dei primi anni ’80, Matteo Messina Denaro nel 1992 fece parte del gruppo scelto per uccidere Giovanni Falcone e il ministro Claudio Martelli a Roma (attentato che prevedeva l’uso di kalashnikov, fucili e revolver, che lui stesso aveva procurato). Attentato che fu stoppato da Totò Riina che volle che l’uccisione del magistrato avvenisse a Palermo.
Diversi i crimini di cui si è macchiato Messina Denaro condannato all’ergastolo per gli omicidi, tra l’altro, del piccolo Giuseppe Di Matteo sequestrato (poi strangolato e sciolto nell’acido) per spingere il padre Santino a ritrattare quanto rivelato sulla strage di Capaci. Portavano la firma di Messina Denaro anche le stragi del 1992 costate la vita a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. ‘U siccu’ e ‘Diabolik’ , come venne soprannominato, ebbe un ruolo centrale anche nelle stragi del 1993 in Continente per le quali è stato condannato all’ergastolo.
Dopo l’arresto di Riina – avvenuto esattamente trent’anni fa -, Messina Denaro optò per la continuazione della strategia stragista.
Nell’estate del 1993 iniziava così la latitanza di uno dei boss più ricercati al mondo e per cui era stato emesso un mandato di arresto. Il nome di Messina Denaro tornò poi alle cronache nel gennaio del 1996 in seguito all’operazione “Omega” dei carabinieri che svelò il suo ruolo di primo piano all’interno di Cosa nostra trapanese anche in seguito a dichiarazioni di pentiti che permisero di venire a conoscenza di ben 20 anni di omicidi.