CASTIGLIONE D/S – Il cane che sta male: una scusa per convincere la ex fidanzata Yana Malayko a seguirlo nell’appartamento dove poi si è consumato il delitto: mentre della giovane non si hanno ancora notizie e mentre lui – Dima Stratan – prosegue con il suo ostinato silenzio davanti ai giudici, gli inquirenti non avrebbero dubbi su come il 33enne abbia compiuto ciò di cui è accusato. Le immagini delle telecamere immortalano Dima Stratan mentre esce dall’appartamento trascinando un sacco dove, si ipotizza, vi era il cadavere di Yana; le telefonate alla sorella e a un’amico dove di fatto confessava il delitto definendo la povera ragazza “una traditrice”; la vanghetta con la quale potrebbe avere sommariamente ricoperto il corpo della ragazza di terra e fogliame in un punto imprecisato della campagna; una personalità geloso-ossessiva che emerge dalle pagine dell’ordinanza del Gip di Mantova. “Ho ammazzato Boni (Yana ndr) come lei ha ammazzato me” avrebbe detto al telefono Dima a sua sorella; ma Yana non aveva ammazzato nessuno. Mentre il quadro che si sta delineando nei confronti di Dima Stratan si fa sempre più pesante con il passare delle ore.