POGGIO RUSCO – A distanza di una settimana dalle indagini della Direzione antimafia di Brescia in merito ad alcune pratiche della ricostruzione post sisma; e che ha portato all’arresto del tecnico istruttore Giuseppe Todaro, del padre Raffaele e di altre 8 persone, il sindaco di Poggio Rusco Fabio Zacchi, in un lungo post su Facebook, ha chiesto chiarezza (il suo Comune era uno dei 4 su cui Todaro aveva operato. Gli altri sono Borgo Mantovano – allora Villa Poma – Sermide e Felonica e Magnacavallo) respingendo anche le insinuazioni di una penetrazione della mafia nel territorio dell’Oltrepò: “Le indagini riguardano esclusivamente pratiche di ricostruzione di civili abitazioni, non riguardano assolutamente opere pubbliche e non è coinvolto alcun tecnico o amministratore comunale – tuona Zacchi – 2) Nessuno dei professionisti indagati e nessuna delle imprese sottoposte a sequestro, per le quali si ipotizza l’infiltrazione mafiosa, ha lavorato sulle pratiche di ricostruzione a Poggio Rusco. Solo un imprenditore locale risulta coinvolto ma non la sua impresa”
Zacchi ha inoltre aggiunto che Todaro era “stato assunto a tempo determinato dopo regolare concorso espletato dal Comune di Gonzaga e dopo essere stato assegnato al nostro gruppo di lavoro con estrazione. La sua sede di lavoro era a Villa Poma, per Poggio è stato coinvolto su alcune pratiche e gli inquirenti hanno prelevato la documentazione inerente a due di queste”
Nel ricordare che “le indagini sono scaturite da un esposto della Struttura Commissariale per il sisma a dimostrazione dell’attenzione della Pubblica Amministrazione contro possibili reati”, Zacchi si dichiara “al fianco degli inquirenti nel loro impegno a tutela della legalità, chi ha commesso degli illeciti deve pagare, ma questi episodi non possono compromettere il buon lavoro fatto su tutta la ricostruzione e, soprattutto, non possono far passare Poggio e il nostro territorio come terra fertile per la malavita. Poggio non è così, Poggio è una bella comunità che ha sempre tenuto alta la guardia e ha sempre contrastato la criminalità, spesso chiedendo più controlli e pene più severe. Queste indagini devono servire a far capire ai mafiosi che questa non può essere per loro terra di conquista e non a permettere a qualcuno di gettare un’ombra sull’immagine del nostro paese che sarò pronto a difendere in ogni sede, eventualmente anche nel processo costituendo il Comune come parte civile”.