I ministri di diversi Paesi europei contrari a porre fine alla vendita di veicoli con motori a combustione interna nel 2035 e preoccupati per la bozza della norma antinquinamento Euro 7, attualmente in fase di negoziazione e fortemente contestata dall’industria, si incontreranno oggi a Strasburgo. Per l’Italia parteciperà il ministro alle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini.
L’incontro avviene dopo che martedì scorso la Germania ha bloccato il voto dei 27 Stati membri, che doveva essere una formalità, per approvare il divieto di vendita di nuove auto con motori a combustione interna entro il 2035. Il voto è stato rinviato a tempo indeterminato perché la Germania si è rifiutata di dare il via libera. Poiché l’Italia e la Polonia si oppongono da tempo opposte al testo e la Bulgaria desidera astenersi, la maggioranza qualificata necessaria (almeno il 55% degli Stati che rappresentano il 65% della popolazione dell’Ue) non era più presente. Il testo, che di fatto imporrebbe motori al 100% elettrici, era già stato oggetto di un accordo in ottobre tra gli Stati membri e il Parlamento europeo, prima di essere formalmente approvato dagli eurodeputati a metà febbraio. Per giustificare il suo dietrofront, inusuale in questa fase della procedura, Berlino ha chiesto alla Commissione europea di presentare una proposta che apra la strada ai veicoli alimentati con carburanti sintetici, anche dopo il 2035. Questa tecnologia, ancora in fase di sviluppo, è promossa in particolare dai produttori tedeschi di alta gamma, al fine di estendere l’uso dei motori a combustione interna.
Un’altra preoccupazione per questi Paesi è la norma antinquinamento Euro 7, proposta a novembre dalla Commissione europea, che si applicherebbe all’industria automobilistica a partire dal 2025. Tra le altre cose, Bruxelles propone di rendere i test sulle emissioni dei veicoli più coerenti con le condizioni di guida reali e di fissare limiti alle emissioni di particolato causate dall’usura di freni e pneumatici, al fine di ridurre le emissioni di ossido di azoto (NOx) delle autovetture e dei veicoli commerciali leggeri del 35% rispetto al precedente standard Euro 6. La proposta è stata respinta con forza da questi Paesi. Questa proposta è ferocemente respinta anche dai produttori, che vogliono uno standard minimo per questi motori termici, destinati a scomparire nel 2035. Secondo loro, lo standard Euro 7 proposto porterebbe a un forte aumento dei prezzi dei veicoli, con il rischio di danneggiare ulteriormente un mercato europeo già in difficoltà.